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PERCHE’, COME BERSANI, MI ASPETTO CHE MATTARELLA SIA UN OTTIMO PRESIDENTE
Sergio Mattarella, è vero, porta con sé una storia “antica”. Una storia che tutti vorremmo esserci messi alle spalle. Tutti speriamo sia così. Però attenzione a non commettere l’errore di “gettare via l’acqua con il bambino dentro”. Si tratta di una storia che ha reso grande l’Italia ed è stata costruita da uomini illustri e gloriosi, come il fratello dell’attuale Presidente della Repubblica, Piersanti.
Il nostro paese vive di intrighi e angoli bui ma anche di strade luminosissime che si allungano al sole della ragione e della passione civile.
E al di là delle ragioni e motivazioni politiche che ci portano questa “altissima” candidatura, e del tempo storico che viviamo, il dato più importante di tutti è che Sergio Mattarella è su quella strada luminosa.
Non sappiamo come sarà la sua Presidenza, nessuno può saperlo, nemmeno l’interessato, ma ragionevolmente c’è da aspettarsi un lungo periodo assolato e sicuramente sereno. Molto più sereno di quanto sia stato il novennato di Napolitano.
Senza guardare la riconquista dell’unità del Pd, il muscolo mostrato da Renzi, la regia democristiana che raramente fallisce colpi importanti, io apprezzo il profilo caratteriale e temperamentale dell’attuale Presidente: la mediazione è l’arte di quella che viene additata sempre con tanto astio, la Democrazia Cristiana.
E’ l’esperienza e la forza interiore di chi ha retto sorti e si è saputo destreggiare in tante indicibili ed inconfessabili difficoltà.
Un po’ come il politico Bersani. Non conosco a fondo l’uomo, ma posso percepirlo. Ecco Mattarella gli si avvicina, o meglio Bersani si avvicina molto a Mattarella.
Non è “antico” è saggezza. Ricordate Bersani quando diceva “chiedimi chi erano i Beatles”. Ecco è un po’ quello.
Certo i giovani rivoluzionano sempre tutto e non è sempre detto che sia sbagliato. Ma un Presidente della Repubblica non può essere così giovane, infatti per Costituzione deve avere almeno 50 anni. E non deve neanche essere tanto “vecchio” da non capire i “cambiamenti” epocali.
Mattarella dovrebbe funzionare così: abbastanza saggio da non farsi confondere e saper tenere la barra dritta di un paese con tante, tantissime realtà. E nello stesso modo abbastanza “elastico” da comprendere tutto ciò che si muove e trasforma l’epoca.
Perché non penso che un socialismo reale sia la soluzione migliore
Non credo che un socialista o un uomo più a sinistra avrebbe risolto i problemi attuali. Queste le mie perplessità su Giuliano Amato ma anche su altri più o meno a sinistra.
Mi sarei aspettata una buona presidenza da Bersani, proprio perché sulla stessa scia, sulla stessa strada assolata di Sergio Mattarella. Ma forse a Bersani alla lunga non sarebbe riuscita un’operazione di mediazione tra le parti ancora in campo, non perché non capace, no, assolutamente, ma perché già ancora troppo recentemente provato. Probabilmente il tempo di Bersani arriverà. Io glielo auguro e me lo auguro.
Ma Pierluigi è saggio e sa stare anche nelle retrovie perché sa che ogni ruolo è allo stesso modo importante ed indispensabile.
Ho molto apprezzato che il primo gesto dell’attuale Presidente della Repubblica sia stato una visita alle Fosse Ardeatine (link alle foto), proprio per rimarcare che come popolo italiano abbiamo tutto l’appoggio dalla sua personalità istituzionale per combattere i pericoli che incombono, strisciando nascostamente, e che vorrebbero farci riportare indietro agli anni del terrore, qualunque terrore sia.
Infatti le prime poche parole del Capo dello Stato sono state di “speranza per tutti i cittadini”. (link)
Siamo con Lei Presidente, noi cittadini, io personalmente, e voglio sperare tutti i deputati, in primis Pierluigi Bersani. Per il momento la pagina dei 101 è stata cancellata, come che sia.
Buon lavoro Presidente.
Auspico che realmente possiamo stare tutti più sereni (nel senso buono del termine! )
Renzi: “Buon lavoro, Presidente Mattarella. Viva l’Italia” (link)
Esulta il Pd (link)
Una chicca: uno stralcio della sentenza dell’omicidio Mattarella
LA SENTENZA DELL’OMICIDIO MATTARELLA
CORTE DI ASSISE
Sezione Prima
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
L’anno millenovecentonovantacinque il giorno dodici del mese di aprile in Palermo
LA CORTE DI ASSISE DI PALERMO SEZIONE PRIMA
OMICIDIO MATTARELLA
Il 6 gennaio 1980, come ogni domenica, il Presidente della Regione siciliana, Piersanti Mattarella, si accingeva, in compagnia dei suoi familiari, a recarsi alla chiesa di S. Francesco di Paola, per assistere alla celebrazione della S. Messa. In tale occasione, come ogni volta che usciva per motivi privati, l’onorevole Mattarella aveva manifestato la precIusa intenzione di non utilizzare la scorta di sicurezza predisposta a cura dell’Ispettorato Generale di P.S. presso la Presidenza della Regione Siciliana. Alle ore 12,45 circa l’On. Mattarella ed il figlio Bernardo, di venti anni, scendevano nel garage, sito in fondo ad uno scivolo prospiciente via Libertà e distante dall’abitazione circa 15 metri, per prelevare l’autovettura. Il Presidente effettuava, quindi, la manovra di retromarcia e fermava l’auto sul passo carrabile per consentire alla moglie di prendere posto sul sedile anteriore ed alla suocera di sistemarsi sul sedile posteriore. Frattanto il figlio si attardava per chiudere la porta del garage ed il cancello che dallo scivolo immette nella strada. Improvvisamente, al lato sinistro dell’autovettura, che era rimasta con la parte anteriore rivolta verso lo scivolo, si avvicinava un individuo dall’apparente età di 20-25 anni, altezza media, corporatura robusta, capelli castano-chiari sul biondo, carnagione rosea, indossante una giacca a vento leggera (“piumino” o “K-way”) di colore celeste, il quale, dopo avere inutilmente cercato di aprire lo sportello anteriore sinistro, esplodeva alcuni colpi d’arma da fuoco all’indirizzo dell’On. Mattarella, che sedeva al posto di guida. La vittima cadeva riversa sul lato destro e veniva parzialmente coperta dal corpo della moglie, che si era piegata su di lui, appoggiandogli le mani sul capo, nel tentativo di fargli da scudo. Dopo avere esploso alcuni colpi, il giovane killer si avvicinava ad una Fiat 127 bianca sulla quale si trovava un complice armato con il quale parlava per qualche attimo in modo concitato e dal quale riceveva un’altra arma con cui tornava a sparare contro il presidente Mattarella, già accasciatosi sul sedile dell’auto, dal finestrino posteriore destro della Fiat 132. In tale ultima occasione feriva anche la signora Irma Chiazzese, china sul corpo del marito.
I due assassini si allontanavano a bordo della Fiat 127 bianca che veniva poi ritrovata, verso le ore 14.00, poco distante dal luogo del delitto. ….
Nell’arco dello stesso giorno, 6 gennaio l’omicidio veniva rivendicato con quattro contraddittorie telefonate. ….
Le risultanze delle indagini venivano riferite dagli uffici di P.G. con rapporti dell’8 e lO febbraio, del 14 e del 26 marzo e – da ultimo – del 23 dicembre 1980 con i quali, pur esprimendo il convincimento che l’On. Mattarella fosse stato ucciso per bloccare la sua azione di rinnovamento e moralizzazione della vita pubblica, si formulava la conclusione che non era stato possibile identificare nè gli autori materiali nè i mandanti del gravissimo delitto.
In data 24 dicembre 1980 gli atti venivano quindi trasmessi al Giudice Istruttore per la formale istruzione contro ignoti. …
Confermata comunque la matrice mafiosa dell’omicidio del Presidente Mattarella, nonché le ulteriori risultanze processuali a carico degli esecutori materiali del delitto e quelle nei confronti del Pellegriti e dell’Izzo, il G.L disponeva il rinvio a giudizio di Greco Michele, Riina Salvatore, Provenzano Bernardo, Brusca Bernardo, Calò Giuseppe, Madonia Francesco e Geraci Antonino, ritenendoli responsabili del delitto, in quanto membri della “commissione”, organIsmo di vertice dell’organizzazione criminosa denominata Cosa Nostra; di Fioravanti Giuseppe Valerio e Cavallini Gilberto, in qualità di esecutori materiali e di Pellegriti Giuseppe e Izzo Angelo, perchè ritenuti responsabili del reato di calunnia.
Ancora Buon lavoro Presidente