L’Europa è in pericolo o piuttosto siamo in pericolo tutti noi ?

 

 

Dunque si parla ormai di una America vicina al default, di una Cina in progressivo miglioramento economico, di una Russia non proprio in salute economica ma molto solida in dispendio di potere politico.

Molto sommariamente.

E l’Europa ?

Pare proprio che a dispetto delle lobbies, dei potentati economici e degli esercizi ergonomici di potere, l’Europa non se la passi per niente bene.

Ormai siamo ossessionati dall’idea dell’Eurozona al punto che mentre ne parliamo, un po’ tutti, siamo contemporaneamente favorevoli e sfavorevoli.

Gli italiani in primis. Si rimpiange la lira, i bei tempi andati del centralismo statale quando il paese era sì in deficit ma era quasi costretto a mandar avanti cose che ormai sembrano in via di sparizione. Ed il punto è questo. La tenuta di tanti settori che sembrano ormai non reggere più con l’avanzare dell’Europa, dell’acquisizione delle sue proprie sovranità a dispetto degli Stati, della sua economia. A tutto viene imposto un ritmo accelerato di cambiamento che neanche il digitale ha imposto in modo così radicale.

Il risultato è che si è generato un rigurgito sociale avverso all’Unione Europea la quale sembra essere  afflitta dalla sindrome di Procuste nei riguardi dei paesi aderenti . Il fatto è che l’Unione Europea pare non debba più fermarsi riguardo la propensione ad allargare i propri confini a qualunque paese ,  dal Medioriente all’oltre Atlantico,  generando disfunzioni e cattivo funzionamento in tutto l’Organismo , quando avrebbe almeno potuto fermarsi  per un po’ di tempo a consolidare il proprio cuore ai primi 6 paesi aderenti . Oggi ce ne sono ben 22 in più.

E poi c’è la questione dei valori economici delle monete varie rispetto al cambio in euro, la questione sicurezza dei confini, la questione della cessione di sovranità da parte della politica di ogni paese (quanto? in che misura? ed è proprio necessario?)

Ma se vogliamo i problemi sul tappeto (‘volante dei desideri’) ne sono tantissimi .

Dunque è il caso di parlarne, di focalizzare bene l’attenzione sulla questione Europa perché il caso Brexit ci sta indicando che il problema esiste e che le problematiche per risolverlo si complicano di giorno in giorno anche grazie ad un’opinione pubblica molto altalenante, indecisa, incerta, impaurita

Infatti l’Associazione IL SABATO DELLE IDEE ha deciso di occuparsene per prima, volendo eviscerare il significato della frizione politica ed economica dei nostri “tempi europei”, organizzando un incontro per SABATO 23 FEBBRAIO 2019 ALLE ORE 10 PRESSO L’AULA MAGNA DELL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI, FEDERICO II, in Via Partenope, 36 – 80100 Napoli, dal tema ” L’EUROPA E’ IN PERICOLO?”

Secondo il seguente canovaccio :

L’Unione Europea è probabilmente a un bivio decisivo della sua breve, ma intensa storia. Lo pensano ormai in molti e, non a caso, le elezioni della prossima primavera per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo sono considerate le più importanti dal 1979, da quando cioè fu istituito il suffragio universale tra i cittadini dei Paesi membri. Pochi dubitano di questo assunto, ma a tutt’oggi scarseggiano le analisi sulle cause e gli errori che hanno condotto all’emersione di crepe così serie in un edificio fino a non molti anni fa considerato tra i più sicuri sulla Terra. In una fase ancora ragionevolmente ‘pre-elettorale’ ‘Il Sabato delle Idee’ prova quindi a interrogarsi su questo tema. E lo fa ricorrendo alla testimonianza e alla competenza di un assoluto protagonista della storia europea, quale certamente è stato Romano Prodi, prima in qualità di premier italiano e poi di presidente della Commissione UE. L’intervista, condotta da Alessandro Barbano, toccherà quindi, inevitabilmente, punti cruciali della vicenda comunitaria, quali la nascita dell’Euro, le modalità di ingresso dell’Italia nella sua area e il maxi-allargamento rivolto soprattutto agli Stati dell’Europa centro-orientale e post-sovietica. Temi, questi, vissuti da Romano Prodi in qualità di protagonista principale. Al saggista Prodi si chiederà tuttavia di andare oltre, sforzandosi di immaginare nuovi scenari, in un quadro internazionale radicalmente mutato. Alle tradizionali obiezioni sulla plausibilità di un progetto non privo di velleitarismi (basti pensare alla perdurante e concettuale assenza di una lingua comune, di una politica di difesa comune, di un vero e proprio bilancio comune, di un’estensione reale della democrazia rappresentativa al suo interno, a scapito dell’attuale, odiatissima ‘eurocrazia’) si aggiungono le crescenti e strutturali ostilità dell’opinione pubblica interna e internazionale. Per non parlare degli interessi a una sua implosione schiettamente palesati non solo dai ‘fisiologici’ competitor russo-cinesi, ma addirittura dal cuore anglosassone dell’Occidente. Se infatti oltremanica gli Inglesi sono ormai costretti in una camicia di forza durissima come la Brexit, oltreoceano la dottrina isolazionista del presidente Usa Donald Trump sembra far perno anche su una scomposizione, o almeno, su un ridimensionamento, dell’Unione Europea. Ci si chiederà quanti e quanto riparabili siano gli errori commessi e, naturalmente, si cercherà di indicare nuove strade da percorrere in questo viaggio duro, ma affascinante, il cui traguardo non può che essere il consolidamento di una stagione di pace e prosperità, avviata molti decenni fa dai suoi indimenticabili padri fondatori. Obiettivi possibili, se originati dall’inesausta ricerca di un comune sentire dei popoli europei, cui tutti dovremmo contribuire.

 

QUESTO IL PROGRAMMA DELL’INCONTRO :

SALUTI
Lucio d’Alessandro
Rettore dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa
Gaetano Manfredi
Rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II
Marco Salvatore
Direttore Scientifico IRCCS SDN Napoli

 

ROMANO PRODI

Intervistato da

 ALESSANDRO BARBANO 

 

Evento inserito nel piano di formazione Professionale dell’Ordine dei Giornalisti della Campania con il rilascio di n. 5 crediti

 

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