Lavoro? Chi ? (cit.)

 

 

10 marzo 2014 - Un gruppo di operai della fallita Astir, società in house della Regione Campania, si sono incatenati davanti alla sede dell'ente in via Santa Lucia. Una protesta per chiedere ''l'immediata assunzione di tutti i dipendenti nella nuova società del polo ambientale Campania Ambiente e Servizi''.
10 marzo 2014 – Un gruppo di operai della fallita Astir, società in house della Regione Campania, si sono incatenati davanti alla sede dell’ente in via Santa Lucia. Una protesta per chiedere ”l’immediata assunzione di tutti i dipendenti nella nuova società del polo ambientale Campania Ambiente e Servizi”.

 

Sul JobsAct ormai si è detto tutto ed il contrario di tutto, ma non si è detto ancora, tuttavia, in concreto, quale impatto potrebbe avere sulla società civile.

Innanzi tutto andrebbe ad influire in modo sostanziale e considerevole sulle imprese agricole con più di 5 dipendenti, per fare un esempio. diciamo innanzitutto che si tratterebbe di una grossa fetta del comparto, l’80% circa, insomma quasi tutte. E in che modo influirebbe?

Facciamo un esempio: se una impresa ha 6 immigrati a 2 euro al giorno, dopo tre anni potrebbe decidere di mandarli via, invece di aumentare il salario a 2,50 euro al giorno. Ancora: se una donna è impiegata nella raccolta delle ulive e resta incinta, per cui dopo qualche tempo dovrà assentarsi dal lavoro, usurante certamente nel suo stato, non godrà garanzie del reintegro al lavoro e nessuno potrà più tutelarla perché è previsto un suo slittamento verso l’assegno di mantenimento, diciamo così, ma solo dopo un anno di disoccupazione. Quindi la donna in questione si ritroverà disoccupata e con un figlio nato a carico…

E’ vero che aumentano le tutele per i co.co.co., voglio intendere i lavoratori con contratto di collaborazione continuativa, ma potrebbe essere solo apparenza… ci stiamo abituando a questo fumo negli occhi.

Bersani, ci ha buttato un po’ di Marx, come acqua sul fuoco,  alla partenza-annuncio “nucleare” del premier Renzi relativa al Jobs Act:

“il lavoro non è fatto solo di salario, – ha detto l’ex Segretario Pd – è dignità, è vita personale, è opportunità ed orgoglio”

E questo è un punto importantissimo, perché segna l’attuale confine invalicabile tra la destra e la sinistra. Non si può pretendere di alienare la vita delle persone, dal loro lavoro, dal frutto della loro produzione, in nome di una crisi di cui certamente non hanno colpe.

E certamente non si può pretendere guadagno per l’imprenditore ipotetico ai danni della cultura e civiltà di un popolo, e nello stesso tempo, però, non si può pretendere che un imprenditore debba arrivare a suicidarsi perché non ce la fa

Insomma non la voglio fare lunga ma basta citare la stessa Fornero, autrice della normativa sul lavoro attualmente in vigore: sui Jobs Act ha dichiarato

 ” questa legge è di gran lunga peggiorativa “

Eppure questo è il tipo di lavoro –  estensibile, anche se con modalità diverse, a tutti i settori e campi  del mondo produttivo – che vorrebbero attivare i nostri imprenditori, quelli che si dichiarano “salvatori della patria“, per intenderci.

Il fatto è che verrebbe da chiedersi : che fine ha fatto l’Fse? Il Fondo sociale europeo che ha avuto una programmazione 2014-2020, da cui si destinano 3 miliardi di euro per aiutare gli Stati membri a ripristinare e incrementare la crescita e assicurare una ripresa foriera di occupazione, garantendo nel contempo lo sviluppo sostenibile, in linea con gli obiettivi di Europa 2020

Si spera con tutto il cuore che questi investimenti europei vengano utilizzati, anche se parlano in modo molto pressante, di finanziamenti all’imprenditoria giovanile, in sintesi restringendo il campo.

Dunque, effettivamente, le riforme sono divenute improcrastinabili ma non a danno del cittadino, perché a quel punto la governance diventa come un cane che si morde la coda. Ma il governo “la prende per le lunghe”

Il caso Astir

Lavoratori che non hanno più una funzione sociale. Era solo un anno fa …

Nel sito dell’ Astir è leggibile in chiaro la mission :

” essenzialmente la promozione dello sviluppo della persona, rispettandone le peculiarità, tenendo in considerazione i bisogni e i limiti specifici, esaltandone le potenzialità e offrendo prospettive di miglioramento del benessere individuale e collettivo. L’attenzione alla persona si configura come il centro della nostra azione di impresa, attraverso la stretta collaborazione tra Privato Sociale ed Istituzioni Pubbliche, basata sull’integrazione di ruoli e competenze finalizzate al consolidamento di meccanismi di giustizia sociale e promozione del benessere nell’offerta delle prestazioni sociali”

Oggi :

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Dopo una partenza in “grande” l’Astir fu investita dal male tutto italiano, al fallimento-flop. Nel 2013 furono emessi 44 inviti a dedurre per membri delle giunte Bassolino e Caldoro, l’Astir contava un danno da 69 milioni di euro. La magistratura contabile fu durissima: “struttura pachidermica incapace di gestire le commesse”

Il danno dell’Astir, a vario modo e con diverse finalità, hanno cercato di sistemarlo prima la Giunta Bassolino e poi quella Caldoro. Ma sotto la lente del Tribunale sono finite due delibere in particolare:  una del marzo 2010 (poco prima delle elezioni), con Bassolino presidente, l’altra dell’esecutivo Caldoro, del dicembre 2010. La prima delibera individua fondi per circa 30 milioni di euro da trasferire all’Astir per la sua ricapitalizzazione (la vecchia società, la Recam, aveva un buco di 17 milioni) e il trasferimento di 15 milioni come anticipo. C’è poi un’ipotesi di danno per oltre 22 milioni in merito al costo del personale.
Alla giunta Caldoro viene contestata invece una seconda delibera, del dicembre 2010, con la quale viene sbloccata la prima delibera e si procede al trasferimento dei restanti 15 milioni.

La società, secondo la Corte dei conti, era «un vero e proprio carrozzone». La magistratura contabile rileva come la delibera della giunta Bassolino risalga a pochi giorni prima delle elezioni regionali (e c’è anche l’inchiesta della procura di Napoli  su alcune assunzioni discutibili  a ridosso della scadenza elettorale).
Nelle procedure dei finanziamenti la Corte rileva l’assenza di una «pianificazione adeguata», di una «proposta concreta circa il rilancio della società» e, di conseguenza, formula un’ipotesi di danno erariale.

Per questi pagamenti fu approvato lo sforamento del patto di stabilità, con una serie di atti che intercorsero anche tra la Regione Campania e il Governo centrale

L’indagine della Corte nasce da preliminari accertamenti sulle imprese Jacorossi e Recam, ma anche dalle risultanze di una puntata della trasmissione Report relative al mancato utilizzo degli ex lsu. L’Agi riassume così le tappe della ricostruzione dei magistrati contabili. I finanzieri hanno tracciato il percorso che porta dalla creazione della Recam spa nel 2003, società mista finalizzata alla stabilizzazione degli ex lsu con un capitale di 1 milione di euro, cui sarebbe stata affidata il risanamento e la pulizia degli alvei della provincia di Napoli e di una parte del territorio regionale, e che per 5 anni avrebbe avuto in affido 10 cantieri in cui impiegare 300 operai, 10 assistenti e altrettanti capocantiere.
Le risorse economiche per l’attività di Recam arrivano da fondi Fse e rientri finanziari. Ma subito le assunzioni lievitano di 38 unità per le quali la società chiede copertura per oltre 1,7 milioni e rimborsi di iva per oltre 3,5 milioni. La Regione nel 2004 approva interventi di Recam per un quadro economico di 58 milioni.
Tra 2003 e 2010, Recam prima e Astir poi drenano risorse dalla Regione per 100 milioni di euro. Nel 2008, dopo un dibattito accesso in consiglio, iniezione di capitali per far fronte ai debiti della società. Poi ancora erogazioni di somme in anticipo sui lavori mai eseguiti, che, per la procura contabile «non sono ancora state restituite».

I lavoratori Astir arrivano alla cifra di oltre 500, poi si assestano su 460 e dopo ulteriori interventi, sui 408 attuali.

Ma non sono gli unici lavoratori in Campania a vivere queste difficoltà: i forestali, ad esempio, gli assistenti al traffico urbano, gli assistenti alla pulizia delle strade ….

Tutti lavoratori che vivono di assistenza e cassa integrazione  ma non ci stanno: hanno una dignità e famiglie da mantenere, vogliono lavorare. Molti di loro hanno intorno ai 50 anni e figli giovanissimi. Sono disponibili anche ad una turnazione tra di loro sulla cassa integrazione e periodo lavorativo

Un ultima “chicca”: i lavoratori Astir sono stati invitati alle visite mediche – periodiche tra l’altro per tutti i lavoratori della Regione Campania – Presentatisi all’appello è stato chiesto loro di pagare il ticket !!!!

Il sito di Campania Ambiente (cliccare per aprire il link)

 

 

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